Quali problemi pongono gli identificatori di sessione negli URL?
Le sessioni sono molto pratiche, se non indispensabili, in diversi casi (un tracking pubblicitario, per esempio). Tuttavia, l’utilizzo degli identificatori di sessione negli URL pone un problema di grande importanza.
Dal momento che, per ciascuna nuova visita, viene avviata una nuova sessione, un parametro contente l’ID della sessione si aggiunge a ciascun URL. Il contenuto del sito non cambia, naturalmente.
In questo modo, otteniamo potenzialmente migliaia di URL differenti per lo stesso contenuto. Per ogni visita, i motori di ricerca continueranno a trovare nuovi URL che rappresenteranno altrettante duplicazioni.
I motori di ricerca, che non vogliono riempire i loro server di dati identici (i famosi “duplicate content” o contenuti duplicati), continuano sempre di più a fare grandi pulizie e perdono sempre meno tempo a penetrare nell’architettura del vostro sito, se quest’ultima si rivela non essere “Google friendly”.
Una delle regole d’oro da ricordare è la seguente :
Un contenuto = un URL (indicizzato)
Esistono diverse soluzioni a questo problema:
- Non utilizzare l’URL per memorizzare le sessioni e preferire piuttosto i cookie (che non possono essere depositati nei robot).
- Non creare delle sessioni per i motori di ricerca.
- Aprire una sessione soltanto nel momento in cui il vostro utente (sulla sua area riservata, non SEO) si connette e non già dalla prima visualizzazione.
- Modificare il comportamento degli URL del vostro sito se viene rilevato un robot (cloaking).
- Nei server IIS (Microsoft), il problema può essere a volte arginato direttamente, configurandolo in maniera corretta. Ma bisognerà sempre dare priorità alla prudenza e ai dovuti test!